Esprimiamo profonda solidarietà al deputato Leonardo Donno, vittima in Parlamento di una vigliacca aggressione in puro “stile fascista”.
Ma al di là dell’episodio, seppur gravissimo, a noi interessa raccontare il contesto in cui è maturato, contesto che non fa presagire nulla di buono.
In Parlamento si discute di autonomia differenziata, argomento bandiera della Lega, fin dai tempi della secessione, quando Umberto Bossi col tricolore “si puliva il culo”. In soldoni significa che le regioni potranno avere autonomia, riconosciuta dallo Stato, su molte competenze : sanità, istruzione, lavoro, ricerca, ecc., e di conseguenza anche il gettito fiscale, che non verrebbe più redistribuito su scala nazionale, ma regionale.
Qualcuno l’ha chiamata la “secessione dei ricchi”.
Dopo tante battaglie, centinaia di migliaia di morti per ottenere l’unità d’Italia, oggi, per soddisfare le brame di quattro accattoni, si cerca di dividerla nuovamente.
È durante questo dibattito che il deputato Donno del Movimento 5 Stelle ha sventolato davanti a Roberto Calderoli la bandiera italiana, per rimarcare come la Costituzione definisca l’Italia una nazione unica e indivisibile.
Costituzione, ricordiamolo, su cui questi “onorevoli” hanno giurato al momento dell’incarico istituzionale.





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